martedì 16 settembre 2025

Trent'anni di Verduno Pelaverga


 Verduno Pelaverga  ha celebrato il trentennale della DOC . Approvato con Decreto Ministeriale del 20/10/1995 (e successivamente aggiornato con le modifiche del 2007, 2011, 2014 e 2015), il disciplinare del Verduno Pelaverga (o Verduno) isola un piccolo areale di produzione che include il territorio del comune di Verduno e una porzione sita nei comuni contigui di Roddi e La Morra. 

E’ un vino dal colore rosso rubino più o meno carico con riflessi cerasuoli o violetti, dal sapore secco che sa di pepe, fresco con gusto di lamponi, caratteristicamente vellutato e armonico con profumo intenso, fragrante, fruttato, con caratterizzazione speziata.
La Doc prevede una sola tipologia, il rosso fermo-secco ottenuto da uve Pelaverga piccolo per almeno l’85%. Al restante 15% possono contribuire altre varietà a bacca nere idonee alla coltivazione nella regione Piemonte. Non sono specificati nel disciplinare i tempi minimi di affinamento e il tipo di contenitore da utilizzare per la maturazione. Quasi tutti i vini in commercio sono da pelaverga piccolo in purezza. 
La superficie idonea a produrre Verduno Pelaverga supera di poco i 34 ettari: 27.8 nel comune di Verduno, 4.24 nel comune di Roddi d’Alba, 2 nel comune di La Morra storicamente sfruttati in buona percentuale. 
Nella vendemmia 2024 sono stati prodotti a DOC Verduno Pelaverga 1.947 ettolitri, dichiarati da 35 viticoltori, 23 vinificatori e 23 imbottigliatori, corrispondenti a una produzione complessiva di 230.425 bottiglie certificate. 
E’ un vino prodotto con uva Pelaverga piccolo che l’avrebbe portata dal Saluzzese nella natia Verduno il beato Sebastiano Valfrè nel Settecento. È un vitigno adattabile e versatile, di grande vigore. Per via del germogliamento tardivo ha una buona protezione dalle gelate primaverili; la produttività è elevata e costante. È allevato per lo più a controspalliera. Si caratterizza per grappoli di dimensioni medio-grandi, di forma conica o piramidale allungata, alati e compatti. L’acino è medio-piccolo, sferoidale o ellissoidale, con buccia di medio spessore con sfumature violette e molto pruinosa. Censita come varietà medio-tardiva, normalmente l’epoca di raccolta si situava nella prima decade di ottobre, dopo il dolcetto. Attualmente la finestra vendemmiale si sta anticipando attorno alla seconda metà di settembre. 
Questo vino ha una spiccata vocazione gastronomica.  seconda delle temperature di servizio, si sposa a merende sinoire e antipasti di vitello tonnato o carne cruda ma anche a primi della tradizione piemontese come tajarin e agnolotti del plin o secondi importanti come finanziere e bolliti misti. 
Verduno è un paese  che emerge compatto da un’onda di vigne e boschi, arroccato a 381 metri slm, che conta poco meno di 600 abitanti. Feudo del Nebbiolo e di diverse espressioni di Barolo, a Verduno si lavora di pari passo per rafforzare ed esaltare il legame storico con il vino da uva Pelaverga piccolo, una delle varietà autoctone salvate dall’estinzione nel secondo dopoguerra.

 


 

 

 

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