Pigato che tra i Doc bianchi liguri è quello che ha più personalità è stato celebrato con una sagra, la Sagralea, a Salea d’Albenga dal 12al 16 di agosto che ha visto la partecipazione dei maggiori produttori che hanno sottolineato come, negli ultimi anni, abbia avuto uno sviluppo qualitativo importante. L’apporto delle nuove generazioni che hanno portato nuove ide e soprattutto l’aggregazione che consente ora di porsi nel mercato con due milioni e mezzo di bottiglie contro le poche migliaia dei singoli produttori. Ora il Pigato si presta anche ad una lunga conservazione ed un duemila, duemila cinquecento bottiglie sono prodotte con passaggi in legno, tonneau e ed in alcuni casi anche in barrique.
I migliori Pigato Riviera Ligure di Ponente D.O.C. vengono prodotti nella zona compresa tra i comuni di Finale Ligure e Santo Stefano, a cavallo quindi tra la provincia di Savona e di Imperia e sono generalmente coltivati in collina ad un'altitudine di almeno 300 metri, in un ambiente, quindi, vicino al mare ma anche in grado di godere di una escursione termica notturna, che favorisce il patrimonio di profumi di questo classico vino ligure. Il Pigato è un vino bianco dal colore giallo paglierino che, se invecchiato, tende a divenire giallo dorato, dal sapore sapido e secco, profumi di macchia mediterranea e frutti a polpa gialla. Ha una struttura piacevole e armoniosa al palato, grazie anche al suo sapore fruttato e fresco, che crea un equilibrio con un finale sapido mitigato da leggeri sentori di mandorla. Se lasciato invecchiare nel corso degli anni sviluppa ulteriori aromi che ricordano il sapore di resina.
Va consumato nei primi tre anni di vita, senza farlo invecchiare eccessivamente, anche se per certe riserve con apporti di legno o vinificazioni particolari questa regola è molto variabile.
Il Pigato Riviera Ligure di Ponente ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione d’Origine Controllata nel 1988, definita dal disciplinare in un minimo di 95% di Pigato e in un massimo del 5% di altri vitigni, non aromatici e a bacca bianca.
La vendemmia del Pigato avviene dopo metà settembre e l’affinamento richiede dai 5 ai 7 mesi in acciaio, cui seguono almeno 3 mesi in bottiglia. Dopo questo periodo le bottiglie vanno conservate in un luogo fresco, asciutto e particolarmente buio. Durante questo arco temporale il Pigato raggiunge il suo apice, con il tipico colore giallo paglierino dai leggeri riflessi verdolini, un profumo delicato e fruttato, con piacevoli sentori di frutta fresca e fiori bianchi di camomilla e un gusto pieno, armonico e corposo, oltre che fresco e vellutato.
Il Pigato sembra che sia originario della Tessaglia e che sia giunto in Liguria nel 1600 attraverso la Spagna e la Corsica. La sua storia prosegue nei secoli con un punto di svolta nel 1830, anno in cui l’arciprete di Ortovero, Francesco Gagliolo, ne promosse la coltivazione. Il nome di questo vino a bacca bianca è invece strettamente legato alla terra dove è prodotto: si chiama infatti così dal termine dialettale “pigau”, che significa macchiettato, in riferimento alla puntinatura marrone che appare sugli acini maturi (macchia in ligure si dice proprio piga).
Si consiglia di portarlo in tavola alla temperatura ideale di 8-10°C e di servirlo in un calice a tulipano chiuso, affinché sprigioni al meglio tutti i suoi aromi.
Alla sagra erano presenti Cantine Calleri, La Vecchia Cantina, Bio Vio, Colle Sereno, Durin, Enrico Dario, Guidi Fiorenzo, Il Cascin,La Rocca di Perti, Lorenzo Ramò, Società Agricola Mantica, Torre Pernice, Vin du Cicci, Gallizio 1250, Villa Romana, Vite in Riviera.
Roberto Goitre
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