Undicimila anni fa l’uomo ha iniziato a coltivare la vite che si è evoluta ed adattata sino ad arrivare ai giorni nostri dove avviene ancora un’evoluzione. Ora si tende a produrre vini attraenti e prodotti in modo sostenibile da vitigni con proprietà di resistenza. Sono i Piwi ottenuti attraverso l'ibridazione, ovvero la fecondazione di diverse specie di vite, ma con affinità genetiche. L'obiettivo di questa pratica è quello di combinare le caratteristiche migliori, la resilienza e le qualità del vino di ciascuna vite in una nuova vite.
Oggi Piwi, che derivano dal termine tedesco "pilzwiderstandfähig" (resistenti ai funghi), è sinonimo di nuovo, innovativo, robusto e attraente. Questi vitigni sono il risultato di incroci tra varietà europee e americane, conferendo una maggiore resistenza all'oidio, alla peronospora e ad altre malattie. I vini PIWI si caratterizzano per la loro qualità e il loro profilo organolettico distintivo, con una gamma di profumi e sapori che riflettono la natura dei vitigni utilizzati. Una scelta fatta da Cantina Ceste, di Govone (CN), che coltiva grandi vitigni tradizionali come Barbera, Nebbiolo e Arneis, ma è la prima e più importante cantina in Piemonte ad avere destinato 3,5 ettari alle varietà Piwi, tra cui Soreli, Fleurtai e Sauvignon Rytos. Una scelta che ha ridotto i costi legati ai trattamenti fitosanitari, aumentato contemporaneamente la produttività dei vigneti e promosso la sostenibilità, in quanto coltivabili facilmente in regime biologico, in altre parole dare una risposta concreta alle sfide poste dai cambiamenti climatici.
Martedì 20 Maggio presso il Circolo dei Lettori a Torino Pier Luigi Ceste ha presentato i suoi vini Piwi: Ratio, un vino bianco secco con fermentazione a bassa temperatura dal colore paglierino di media intensità, limpido alla vista che esprime delicate note floreali che ricordano i fiori bianchi. Sono resenti note agrumate e di frutta tropicale e di pesca e polpa di pesca. Con l’affinamento in bottiglia spiccano note minerali. Al palato è fresco, caratterizato da una certa acidità e da un deciso equilibrio;
Après, vino bianco semi-secco con fermentazione a bassa temperatura dal colore giallo paglierino di media intensità, limpido alla vista. Al naso esprime delicate note floreali che ricordano i frutti bianchi. Sono anche presenti note di agrumi, frutta tropicale e di pesca a polpa bianca. Al palato è caratterizzato da una certa dolcezza e da un deciso equilibrio;
Nàneuit, vino orange ottenuto da uva macerata senza lieviti e breve affinamento in barrique. Non filtrato. Ha colore giallo ambra di media intensità, leggermente velato. Al naso esprime note do fiori selvatici e paglia. Sono presenti note di albicocca secca e frutta a polpa gialla. Leggere note ossidative tipiche del processo produttivo che ricordano la mandorla. In bocca si presenta come un vino abbastanza strutturato dal sapore intenso e persistente, di corpo medio con una piacevole nota tannica;
BeeFore, vino bianco frizzante con metodo ancestrale. Non filtrato, con residuo in bottiglia di lieviti indigeni di fermentazione. Colore giallo ambra di media intensità, leggermente velato. Al naso esprime note do fiori selvatici e paglia. Sono presenti note di albicocca secca e frutta a polpa gialla. Leggere note ossidative tipiche del processo produttivo che ricordano la mandorla. In bocca si presenta come un vino abbastanza strutturato dal sapore intenso e persistente, di corpo medio con una piacevole nota tannica.
Ratio, Après, Nàneuit e BeeFore sono ottimi vini come aperitivo. Ideali con pesce crudo e sushi e con primi leggeri.
Roberto Goitre
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