venerdì 26 ottobre 2012

Cremisan, un vino che abbraccia tutto il Medio Oriente


Cremisan, un vino che abbraccia tutto il Medio Oriente
Al Salone del Gusto di Torino ho fatto un incontro particolare: I vini palestinesi della Terrasanta prodotti dai Salesiani di Don Bosco. Ho così scoperto dei vini, di cui avevo sentito parlare, ma che sino ad ora non avevo avuto modo di assaggiare. Cremisan Whine Estate produce sei vini di cui tre bianchi e tre rossi, tutti di ottima qualità.

Superlativo il Dabouki, un bianco secco con note iodate e salmastre e bella freschezza, prodotto con  uve a bacca bianca autoctone Dabouki nei vitigni situati in località Shaffa, nei territori occupati palestinesi su terreni terrazzati ad 800 metri di altitudine, è vinificato in acciaio su fecce fini. 

Altro bianco interessante è il Hamdani Jandani, vino davvero particolare con sentori di frutta bianca e tropicale, prodotto con uve a bacca bianca, Hamdàni e Jàndali, nei vigneti di Shaffa.

Interssante lo Star of Bethlehem White prodotto con 60% di Dabouki, 20% Hamdàni e Jàndali e 20% da vitigni internazionali che vengono invece coltivati presso il Convento di Beit Jemal ad un’altitudine di 250 metri s.m. Ogni varietà viene vinificata separatamente e poi miscelata all’imbottigliamento.

Da contraltare a questo vino c’è lo Star of Bethlehem Red prodotto con il 35% di Cabernet Sauvignon, dal 35% di Cabernet Franc, dal 25% di Tempranillo e dal 10% di Merlot. Queste uve per la metà provengono dai vigneti del Convento Salesiano di Beit Jemal e per il restante 50% da conferitori arabi – israeliani della zona di Dayr Rafat che è poco lontana dal convento. Un vino di corpo e dall’ottimo sapore fruttato.

Molto particolare il Baladi, rosso prodotto con uve Baladi Asmar coltivate a Beit Jemal. Questo vino, rotondo, intrigante, dopo un breve stazionamento in acciaio ha un affinamento in botte grande per 14 mesi.

C’è poi il Cabernet Sauvignon, che proveniente anche lui dai terreni di Beit Jemal e che dopo uno stazionamento in acciaio ha anche lui un affinamento in botte grande per 14 mesi. Un vino complesso, terroso, con un bel tannino. Vini che abbracciano tutto il Medio oriente e che hanno i sapori di quei territori.

La cantina di Cremisan prende il nome dalla collina in cui dal 1885 I Salesiani, coltivano la vite e producono il vino e comprende anche i vigneti di Beit Jemal. Si trova tra Gerusalemme e Betlemme ed è attraversata dal Muro di separazione israeliano. Ora con Il progetto di rilancio, grazie anche al sostegno del VIS, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo,  si vuole migliorare la produzione vitivinicola di Cremisan e di Beit Jemal, con particolare attenzione alla salvaguardia dei vitigni autoctoni e di rilevanza storica, con puntuale rispetto delle tradizioni locali, attraverso la formazione di personale locale specializzato, il rinnovo delle strutture fisiche esistenti, il miglioramento dei terreni agricoli e delle produzioni della zona attraverso il coinvolgimento dei contadini locali, la promozione e la distribuzione dei prodotti nel mercato locale e internazionale. 

Roberto Goitre

Nessun commento:

Posta un commento