Vino
Il
mercato mondiale
Il 2011 per il vino è l’anno dei record.
Mai prima di ora, infatti, gli scambi internazionali avevano raggiunto quasi
100 milioni di ettolitri come totale delle esportazioni mondiali. Secondo
elaborazioni Ismea su dati Gti i volumi hanno segnato una progressione
importante rispetto al 2010 (+7%), accompagnata da un +11% dei corrispettivi in
valore. Quindi, nonostante una delle peggiori crisi economiche a livello
mondiale, la domanda di vino non solo ha tenuto ma è addirittura aumentata.
Il 2011 ha confermato una tendenza
in atto già dal 2008, da quando cioè la crisi economica internazionale ha manifestato
i primi forti segnali, vale a dire l’aumento degli scambi di vino sfuso. Ora i
vini sfusi rappresentano quasi il 38% del totale contro il 33% del 2006 ed il
36% del 2010.
Nel 2011, peraltro, gli sfusi hanno
mostrato una progressione del 12% a fronte di un più modesto +3% dei vini in
confezione minore di due litri. Buona performance anche degli spumanti il cui
incremento è del 12% rispetto al 2010.
L’aumento degli scambi nel 2011 è di
fatto la sommatoria di un incremento della domanda in volume di quasi tutti i
principali Paesi importatori. Peraltro, si segnala che in molti casi gli
esborsi sono cresciuti in maniera più che proporzionale rispetto ai volumi.
Analizzando con ordine la graduatoria
si evidenzia come la Germania abbia aumentato la propria domanda di vino estero
del 7% in volume e del 10% in valore. Ed è stato lo sfuso a determinare tale
risultato, raggiungendo i 9,2 milioni di ettolitri con una progressione
dell’11% su base annua accompagnato da un +23% degli esborsi.
E’ invece di poco superiore al 2010
la domanda di vino in confezione minore di due litri (+1%) a fronte di un +4%
dei corrispettivi. Si conferma la ripresa dell’import di spumanti sia in volume
che in valore (rispettivamente +17 e +20 per cento).
A beneficiare della maggior domanda
tedesca quasi tutti i paesi fornitori, a partire dall’Italia. Bene anche la Spagna
che ha fatto registrare un +30% sia in volume che in valore.
In discreta salita anche l’import
del Regno Unito, attestato a 13,3 milioni di ettolitri (+3%), a fronte di un incremento
più che proporzionale della spesa (+5%) che è stata di 3.430 milioni di euro.
Il mercato britannico ha leggermente diminuito la domanda di vino in confezioni
minori di due litri (-2%), fermandola poco al di sopra degli 8,5 milioni di
ettolitri, a fronte di un incremento pari al 13% dello sfuso, arrivato a 3,8
milioni di ettolitri. In progressione del 22% anche la richiesta di vini
spumanti. L’Italia si conferma il primo fornitore britannico in volume
distanziando sempre di più l’Australia.
Significativa anche l’ascesa della
domanda di vino straniero da parte degli Stati Uniti, soprattutto in termini di
spesa. Tale risultato è la somma dell’incremento del 3% delle importazioni dei
confezionati, a fronte di un +25% di quelle degli sfusi, maturato peraltro
negli ultimi tre mesi dell’anno. Decisa impennata degli spumanti (+23%). La
maggior domanda sembra aver premiato soprattutto i Paesi comunitari, Italia,
Francia (+91%) e
Spagna (+37%). Mentre risulta
abbastanza importante la battuta d’arresto di Australia (-14%) e Cile (-3%).
Dopo la bella performance del 2010,
il 2011 ha segnato una battuta d’arresto delle importazioni da parte della
Russia, complici anche le difficoltà burocratiche legate al rinnovo delle
licenze nella filiera distributiva degli alcolici. Già dall’inizio dell’anno si
era evidenziata la minore richiesta russa che ora si traduce in un -6% in
termini quantitativi, a fronte però di un aumento degli esborsi pari al 15%. Questo
perché si è modificato il
paniere delle richieste. E’ infatti
aumentata l’importazione di vino in confezioni minori di due litri, arrivando a
2,4 milioni di litri (+8%). A questo si è affiancata una rivalutazione
piuttosto importante per la spesa destinata a tale segmento (+19%). E’ invece
diminuito l’import di sfuso: -19% in volume e -10% in valore. Ottima, di contro,
la performance degli spumanti: +28% in volume e +26% in valore.
Continua, intanto, la progressione
della domanda da parte della Cina che si colloca al sesto posto tra i maggiori
importatori mondiali per volumi. Nel 2011, infatti, gli approvvigionamenti
cinesi fuori dai confini nazionali sono cresciuti del 28%, attestandosi a 3,7
milioni di ettolitri, al quale si affianca un +72% degli esborsi. Sono i vini
confezionati a trainare, come di consueto, la domanda ma anche gli spumanti
hanno mostrato un deciso passo in avanti. Battuta d’arresto, invece, per gli
sfusi che rappresentano il 33% del totale importato dalla Cina.
Il 2011, come detto, anno dei
record degli scambi internazionali, è sembrato particolarmente favorevole ai Paesi
tradizionalmente produttori ed esportatori. L’Italia, con il +9% dei volumi ed
il +12 dei valori, consolida il proprio primato internazionale, anche se in
termini percentuali il risultato più eclatante è stato quello della Spagna che,
con una progressione del 25%, nel 2011 ha spedito oltre i confini nazionali
21,8 milioni di ettolitri
di vino, per un incasso totale del
+15%. Questo perché nel paniere dell’export iberico sono stati gli sfusi (+40%)
ad accrescere il proprio peso portandolo fino al 57% contro il 50 dell’anno
prima. I confezionati, anch’essi in progressione, hanno mostrato un più modesto
+7%. Incremento a due cifre per gli spumanti.
Significativo anche il risultato
della Francia che insieme ad un +5% delle consegne in quantità realizza un
incremento degli introiti pari al 13%. Questo grazie ai vini confezionati
cresciuti del 5% in volume e del 15% in valore, mentre per gli spumanti si
segnala rispettivamente +4% e +9%.
A differenza del 2010, quando le
performance in volume dei principali Paesi esportatori sono risultate tutte positive,
il 2011 ha, invece, messo in evidenza la prepotente affermazione dei Paesi
europei, a fronte di una decisa frenata di quelli dell’Emisfero Sud a partire
dall’Australia. Questo non è una sorpresa visto che negli ultimi anni c’è stato
un progressivo calo nella produzione passata dai 14 milioni di ettolitri nel
2006 agli 11 milioni
del 2011. Di conseguenza sono
diminuiti anche gli stock e le disponibilità di prodotto da esportare. Nel 2011
a diminuire sono state le esportazioni di tutti i segmenti, ma soprattutto
quello dei confezionati con il risultato che per la prima volta nella storia
australiana i vini sfusi ed i confezionati pesano entrambi per il 50% circa.
Tra le ragioni del “successo” del vino sfuso australiano vanno annotati i
problemi legati all’apprezzamento della valuta ed una sempre maggior richiesta
di vino da confezionare a destinazione con
private label.
A diminuire nel 2011 sono state
anche le esportazioni del Cile, inevitabile conseguenza della minore produzione
del 2010. Il Paese sudamericano ha però incassato di più perché ha visto
crescere, seppur di poco, i vini confezionati (+3% in quantità e +5% in valore),
mentre lo sfuso è sceso del 28% a fronte di una riduzione degli introiti appena
del 4%.












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