Formaggio Asiago: Analisi Sensoriale nel piano dei controlli.
La D.O.P. veneto-trentina diventa la prima specialità casearia
a dettare le regole anche sulla qualità del prodotto finito.
Le caratteristiche
gustative e di presentazione del prodotto sono entrate a far parte dei
parametri verificati dal Consorzio di Tutela. Il formaggio non idoneo sarà
“smarchiato”, escludendolo dalla possibilità di fregiarsi della denominazione
“Asiago”
Il formaggio Asiago è la prima specialità
casearia a Denominazione di Origine Protetta in Italia ad introdurre l’Analisi
Sensoriale nel piano dei controlli per l’ammissione del prodotto finito alla
tutela UE. A partire da marzo, gli ispettori della filiera non si occuperanno
più solo di verificare il rispetto del Disciplinare Asiago, ma effettueranno
anche prelievi di formaggio per certificarne la conformità ai criteri
sensoriali cogenti di nuova introduzione.
I parametri organolettici del formaggio
Asiago che verranno sottoposti a valutazione sono sette: aspetto della forma e
della crosta, aspetto e colore della pasta, occhiatura del formaggio e
caratteristiche gustative espresse nei quattro gusti base: dolce, salato,
acido, amaro. Essi saranno valutati da un panel di esperti, che valuterà a
campione lotti rappresentativi della produzione di Asiago, applicando le
normative ISO di Analisi Sensoriale dei formaggi.
Per il presidente del Consorzio di Tutela,
Roberto Gasparini, «L’analisi sensoriale del formaggio Asiago è una scelta
volontaria dei soci, che in questo modo intendono puntare sempre più sulla
qualità. Ritengo che sia una scelta coraggiosa, essendo i primi in Italia a
dotarci di una disciplina cogente, ma che alla lunga premierà la coscienza e la
serietà di una sistema che non ammette deroghe o sconti e che anzi, rilancia
proprio sul terreno dell’alta qualità del prodotto».
Così
Paolo Pizzolato, amministratore unico di Veneto Agricoltura: “Da tempo Veneto
Agricoltura, tramite il proprio Istituto per la Qualità e le Tecnologie
Agroalimentari di Thiene, propone l'analisi sensoriale quale strumento di
ulteriore valorizzazione delle produzioni agroalimentari di pregio. Siamo lieti
che - primo in Italia - il Consorzio di Tutela del Formaggio Asiago abbia accolto
questa sfida di lealtà verso il consumatore, inserendo tale valutazione tra i
criteri obbligatori della Denominazione di Origine Protetta”.
Il formaggio Asiago dovrà presentarsi
innanzitutto in forme con crosta integra, sottile ed elastica per il Fresco
(detto anche Pressato), liscia e regolare per lo Stagionato (detto anche
d’Allevo). La pasta dev’essere di colore rigorosamente uniforme, bianco o
leggermente paglierino quella del Fresco, paglierino quella dello Stagionato.
L’occhiatura dell’Asiago Fresco dev’essere marcata ed irregolare, quella
dell’Asiago Stagionato di piccola e media grandezza.
L’utilizzo dei descrittori dolce, salato,
acido ed amaro permetterà alla commissione di valutazione di esprimere, sempre
in forma anonima, le proprie valutazioni sulla dimensione gustativa del
formaggio Asiago prima della sua immissione al consumo. Sono i quattro gusti
base le sensazioni che i degustatori sono allenati a riconoscere ed a valutare
a livello professionale. L’esame dell’Asiago avviene sia attraverso il
confronto fra formaggi di produttori differenti, sia soprattutto utilizzando,
come scala di confronto dell’intensità dei gusti, dei “gusti campione”,
graduati, per ciascuna sensazione gustativa. I “gusti campione” sono preparati
in laboratorio, utilizzando le opportune quantità di sale, zucchero, acido
citrico e caffeina, disciolte in un supporto alimentare di gusto neutro,
costante nel tempo. Il risultato finale delle commissioni di Analisi Sensoriale
determinerà la possibilità per il formaggio di essere ammesso alla tutela DOP.
Contrariamente, qualora l’attività di controllo organolettico del prodotto
ponesse in evidenza difetti, è prevista la “smarchiatura” dell’intero lotto,
mediante l’abrasione del marchio dalle forme, che non potranno pertanto essere
commercializzate come Asiago.
Il risultato è frutto di un progetto che ha
visto il Consorzio di Tutela impegnato nell’arco degli ultimi tre anni. Si
tratta del primo caso di specialità casearia DOP in Italia ad adottare misure
di controllo sulla qualità del prodotto finito, sanzionabili con l’esclusione
dalla possibilità di fregiarsi della Denominazione, anche se tutti gli altri
requisiti richiesti dal Disciplinare di Produzione sono stati rispettati
(origine della materia prima lattea, alimentazione e cura delle bovine,
rispetto della tecnica casearia tradizionale e controllo delle fasi della
produzione).
Consorzio di Tutela del Formaggio Asiago





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